L‘Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha rilasciato nei giorni scorsi una dichiarazione in cui raccomanda che i pazienti continuino il trattamento con inibitori dell’enzima di conversione dell’angiotensina (ACE) e con i bloccanti del recettore dell’angiotensina II (ARB), nonostante le notizie che questi farmaci potrebbero peggiorare la COVID-19.
L’Agenzia ha affermato che
- “è importante che i pazienti non interrompano il trattamento con ACE-inibitori o ARB”
- ”non è necessario che passino ad altri farmaci“.
- “Attualmente non ci sono prove da studi clinici o epidemiologici che stabiliscano un legame tra ACE-inibitori o ARB e il peggioramento di COVID-19“.
La nuova raccomandazione è in linea con quella recentemente pubblicata dalla European Society of Cardiology e da tre società americane di Cardiologia.
I farmaci sopracitati sono comunemente usati da pazienti con ipertensione, insufficienza cardiaca e malattie renali.
Poiché il coronavirus infetta le cellule umane legandosi ai recettori ACE2 e dal momento che questi medicinali possono incrementare l’ACE2, è stato suggerito che potrebbero aumentare l’attività del virus. Tuttavia, l’Agenzia osserva che le interazioni del virus con il sistema renina-angiotensina-aldosterone nel corpo umano sono complesse e non sono completamente note.
L’EMA ribadisce che “La speculazione che gli ACE-inibitori o il trattamento con ARB possano peggiorare le infezioni nel contesto di COVID-19 non è supportata da prove cliniche“.
Sebbene non presenti nella dichiarazione, altri rapporti hanno suggerito che gli ACE-inibitori e gli ARB possano ridurre il rischio o la gravità della polmonite virale nei pazienti con COVID-19 o potrebbero effettivamente rappresentare un potenziale trattamento.
L’EMA sta collaborando con le parti interessate per generare ulteriori prove in studi epidemiologici sugli effetti degli ACE-inibitori e degli ARB nelle persone con COVID-19.