“La Sanità che vorrei”, ciclo di incontri istituzionali promosso da SIMIT, con SIMG e AISF

Al Ministero della Salute il convegno “Malattie infettive e patologie tumorali”.

Prosegue il ciclo con il focus sui tumori correlati a malattie infettive sostenute da virus e batteri, ma non solo. Nel mondo sono oltre due milioni di casi di neoplasie, ogni anno, dovute a infezioni.

In Italia, delle circa 30mila nuove diagnosi di tumore/anno, l’8,5% è dovuto a infezioni, che sono responsabili o con-cause di neoplasia.

Tumori e malattie infettive, binomio scindibile con la prevenzione –L’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC, International Agency for Research on Cancer) ha classificato una decina di agenti patogeni diversi – virus, batteri e altri microrganismi – come cancerogeni, con il 90% di questi tumori indotti, provocato da quattro agenti principali:

  • Helicobacter Pylori (batterio)
  • Papillomavirus (HPV, Human Papilloma Virus)
  • I virus dell’epatite B e C (HBV / HCV, Hepatitis B/C Virus)

A questi si aggiungono:

  • Il virus di Epstein-Barr (EBV), causa di: carcinoma del rinofaringe, linfoma di Hodgkin e linfoma Non Hodgkin
  • Herpesvirus umano di tipo 8 (HHV-8) associato al sarcoma di Kaposi
  • Virus linfotropico a cellule T umano di tipo 1 (HTLV-1) che provoca la leucemia
  • Parassiti: Opisthorchis viverrini, Clonorchis sinensis, Schistosoma haematobium, Plasmodium falciparum che provoca la malaria (> insorgenza del linfoma di Burkitt)
  • Salmonella typhi (batterio correlato al cancro della cistifellea)
  • Poliomavirus che colpisce le cellule di Merkel (> aggressivo tumore della pelle)

Un quadro composito, sul quale si può intervenire con strategie di prevenzione, mediante politiche di vaccinazione e, quando è possibile, con l’eradicazione dell’infezione.

La sinergia tra le Societa’ scientifiche è stata rinforzata in sede istituzionale da politici, parlamentari ed esperti dell’Istituto Superiore Sanità (ISS) #Loreta Kondili, #Elisa Pirro, #Mauro D’Attis, #Alessio Aghemo, #Massimo Andreoni, #Domenico Corsi, #Ignazio Grattagliano

 “Virus oncogeni, microbi e cancro. Tumori prevenibili e attualità terapeutiche” – Il tema di una Tavola rotonda moderata dal giornalista scientifico Daniel Della Seta, con Vincenza Calvaruso (Comitato Coordinatore AISF, Associazione Italiana per lo Studio del Fegato); Maurizio Cancian (Segretario SIMG Veneto); Giacomo Germani (Dirigente Medico Unità Trapianto Multi-viscerale A.O.U. Padova, Segretario ELITA, (European Liver & Intestine Transplant Association); Stefano Giordani (Direttore Scientifico Associazione Onconauti); Miriam Lichtner, Professore Ordinario Malattia Infettive, Università La Sapienza Roma); Francesco Saverio Mennini (Research Director – Economic Evaluation and HTA, CEIS, Università degli Studi di Roma).

Il tumore dello stomaco – Circa il 36% dei tumori causati da microbi è riconducibile all’Helicobacter Pylori, il più rilevante fattore di rischio per il tumore dello stomaco. Secondo i dati dell’ISS, questo batterio potrebbe essere presente nello stomaco di circa 25 milioni di italiani, provocando talvolta gastriti e, raramente, il MALT, una forma di linfoma dello stomaco. Più frequentemente, induce lo sviluppo del carcinoma gastrico, il secondo cancro più comune nel mondo. Domenico Corsi comunica che nel 2020 sono state stimate circa 14.500 nuove diagnosi di carcinoma gastrico, mentre sono 82.400 le persone in Italia che vivono con una diagnosi di tumore dello stomaco. La presenza dell’infezione di H. pylori aumenta di 6 volte il rischio di sviluppare questo tumore, a partire da una gastrite cronica attiva che, in alcuni pazienti, può evolvere in atrofia, metaplasia e poi displasia, che costituiscono le lesioni pre-cancerose gastriche. Il rischio di cancro è particolarmente aumentato quando l’atrofia o la metaplasia sono diffuse nell’antro e nel corpo gastrico (pan-gastrite) e quando la metaplasia intestinale è di tipo incompleto (colico). Non esistono schemi di trattamento efficaci nel 100% dei casi al primo tentativo, ma la combinazione di diversi antibiotici può portare all’eradicazione del batterio.

Epatiti ed epatocarcinoma – Il tumore del fegato (epatocarcinoma) è tra le patologie tumorali con il più alto livello di mortalità nel mondo: circa 800mila decessi / anno. In uno studio pubblicato recentemente sul Journal of Hepatology, la IARC stima che il numero annuale di nuovi casi e decessi aumenterà di oltre il 55% entro il 2040. La diagnosi di un cancro al fegato nel 2020 ha riguardato 905.700 persone nel mondo, con 830.200 decessi; circa 13mila le nuove diagnosi in Italia nel 2020. Con questi tassi di incidenza e mortalità, si stima che nel 2040 potrebbe essere diagnosticato a 1,4 milioni di persone, con 1,3 milioni di decessi. Alessio Aghemo segnala che per arginare queste previsioni è possibile intervenire preventivamente, considerato che oltre il 70% dei casi di tumori primitivi del fegato è riconducibile all’infezione da virus dell’epatite B (HBV) e da virus dell’epatite C (HCV). Su quest’ultimo, con i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta è possibile l’eradicazione definitiva, in poche settimane e senza effetti collaterali. Per l’Epatite B l’Italia è un esempio, perchè la vaccinazione è obbligatoria alla nascita dal 1991 e grazie a questa il virus è quasi assente nella popolazione under 40, sebbene sia ancora presente in altre fasce anagrafiche e in soggetti non nati in Italia. Riguardo all’epatite delta, anch’essa causa di epatocarcinoma, il nuovo farmaco bulevirtide permette di trattare anche senza interferone pazienti che prima non potevano ricevere alcuna terapia.

I rischi dell’HPV e l’efficacia delle vaccinazioni – Massimo Andreoni ricorda che l’infezione da papilloma virus si può prevenire grazie a un vaccino particolarmente efficace, soprattutto se somministrato in età pre-adolescenziale. Purtroppo, in Italia, il Ministero della Salute ha rilevato, per il 2020, che la copertura vaccinale media verso l’HPV nelle ragazze è sotto la soglia ottimale prevista dal Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale (95% nel dodicesimo anno di vita); ancora più lontana è quella dei ragazzi. Eppure, il vaccino contro il papilloma virus è fortemente raccomandato, soprattutto a 12-13 anni, sia per l’elevata contagiosità, visto che può bastare un rapporto intimo non completo, sia per le possibili conseguenze. Pur contribuendo solo al 5% dei tumori, al papilloma sono associati il 99% dei tumori della cervice uterina, il 90% di quelli del canale anale, il 75% di quelli vaginali e di quelli vulvari, senza dimenticare la forte associazione del 70% dei tumori di testa e collo e il 60% di quelli del pene.Il ruolo del Medico di Famiglia – Maurizio Cancian riconosce il compito fondamentale del Medico di Medicina Generale, nell’identificare le persone a rischio, informandole e accompagnandole verso una decisione consapevole. Questa attività del MMG può produrre una grande adesione e partecipazione da parte dei cittadini ai programmi di prevenzione. La pandemia ha reso evidente la necessità di una profonda riorganizzazione della Medicina Generale che deve poter contare su risorse sufficienti, superando la dimensione burocratica ed amministrativa del servizio sanitario.

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