Herpes Zoster in Reumatologia: facciamo il punto

Nuovo vaccino Herpes Zoster, nuove speranze per i pazienti reumatologici

Massimo Andreoni, Professore Ordinario di Malattie Infettive
Università di Roma Tor Vergata
Direttore Scientifico Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali – SIMIT

Quadro epidemiologico – L’herpes zoster è un virus responsabile di una malattia caratterizzata da eruzione cutanea, spesso accompagnata da prurito e dolore di elevata intensità, causata dalla riattivazione del virus varicella zoster che causa la varicella, di solito contratta durante l’infanzia.

Massimo Andreoni ricorda che l’infezione da virus varicella zoster è estremamente comune: si stima che circa il 95% dei soggetti con più di 40 anni ne sia stato infettato, si tratta di persone che in età più matura possono andare incontro a un episodio di infezione da herpes zoster. Almeno un terzo di tutte le persone adulte avrebbe avuto nella propria vita almeno un episodio di tale infezione. Le conseguenze possono essere molto gravi: sintomatologia neurologica (nevralgia posterpetica), caratterizzata da un dolore ai limiti della sopportabilità. Da un punto di vista epidemiologico, si può affermare che in soggetti con più di 50 anni portatori di herpes zoster questa complicanza occorra in circa l’80% dei casi.

Laura Sticchi, Dipartimento Scienze della Salute
Policlinico San Martino, Università degli Studi di Genova

Herpes Zoster in Reumatologia: facciamo il punto (evento formativo con il contributo non condizionante di GSK) – L’incidenza di infezione da herpes zoster aumenta nei pazienti immunocompromessi, come quelli con malattie reumatologiche, a causa delle terapie immunosoppressive alle quali sono sottoposti. E’ prioritario pensare a una forma di vaccinazione per questi soggetti, cambiando l’approccio vaccinale nei loro confronti, come sottolinea Laura Sticchi. Fino ad oggi è stato disponibile un vaccino a virus vivo attenuato che, tuttavia, non può essere somministrato in questi pazienti immunocompromessi. Il nuovo vaccino ricombinante ha dimostrato un profilo di efficacia superiore al 90%, inoltre, essendo inattivato, potrà essere somministrato anche in pazienti molto fragili, in quanto affetti da patologie reumatologiche infiammatorie croniche, come l’artrite reumatoide e l’artrite psoriasica, o da malattie autoimmunitarie sistemiche come il lupus. A causa delle terapie immunosoppressive, questi pazienti hanno un’incidenza di rischio di infezione da herpes zoster decisamente superiore rispetto alla popolazione normale. Il nuovo vaccino è un ricombinante adiuvato: contiene la glicoproteina E del virus, combinata con un sistema adiuvante che stimola la risposta immunitaria.

Roberto Gerli, Professore Ordinario di Reumatologia
Università degli Studi di Perugia

L’importanza del nuovo vaccino per i pazienti reumatologici – Molti farmaci impiegati nel trattamento delle patologie reumatologiche riducono le difese immunitarie, ricorda Roberto Gerli- e con le terapie biologiche o biotecnologiche di recente introduzione il rischio è anche leggermente aumentato. Diventa dunque prioritario prevenire l’infezione e per valutare il percorso vaccinale, vanno chiarite le caratteristiche dei pazienti in funzione della patologia e della terapia. Ora si prospetta un nuovo scenario, grazie alla nuova conformazione di questo vaccino, anche se pensare a una vaccinazione globale di tutti i pazienti, visti i grandi numeri, non è realizzabile. Sarà possibile identificare gradualmente quelli a maggior rischio, per impostare un piano vaccinale che copra prioritariamente quelli più a rischio e permetta di realizzare una prevenzione efficace.

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