Come conseguenza della pandemia da COVID-19, sono sempre più allarmanti i dati sulle altre patologie, spesso trascurate nell’ultimo anno e mezzo anche dagli stessi pazienti cronici.
L’aderenza terapeutica è diventata un problema che riguarda molti àmbiti, ma nelle malattie respiratorie come l’asma bronchiale e la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) raggiunge livelli minimi.
Solo il 15% dei pazienti affetti da asma segue infatti regolarmente le cure indicate dagli specialisti (in particolare: il 18% al Nord e il 13% al Sud). Per la BPCO l’aderenza terapeutica è intorno al 33%, rimanendo lontana da cifre soddisfacenti.
Fondamentale è un nuovo slancio, per evitare complicanze e il verificarsi di riacutizzazioni più frequenti, con il rischio che peggiori la qualità di vita e aumentino i costi per il SSN.
Luca Gallelli, Farmacologo dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, sottolinea come l’aderenza alla terapia farmacologica sia essenziale. I farmaci agiscono solo se vengono assunti con regolarità, altrimenti la patologia non è più controllata.
Asma e BPCO sono malattie subdole. Spesso le terapie vengono seguite con regolarità solo all’inizio e durante le riacutizzazioni. Vengono così sottovalutate le fasi intermedie, durante le quali i pazienti presumono di stare bene e interrompono il trattamento.
Proprio questa discontinuità è però causa di un intensificarsi delle riacutizzazioni e di eventi gravi, che richiedono il ricorso più frequente a farmaci, visite specialistiche, oltre che a strutture di pronto soccorso o di emergenza-urgenza, a parte l’impatto negativo sull’assenza dal lavoro.
Dalla Regione Calabria e dall’Università Magna Graecia partono da Novembre, per poi risalire in tutta la Penisola, iniziative in presenza e online per porre l’accento sull’importanza di seguire le terapie indicate per asma e BPCO.
E’ necessario un approccio multidisciplinare, che coinvolga la popolazione attraverso la sinergia tra società scientifiche, ordini professionali, istituzioni e amministrazioni locali, per evitare che vengano interrotti i percorsi terapeutici, ricorrendo anche alla telemedicina. I pazienti che attualmente non hanno la percezione della gravità di queste patologie, al contrario invece di chi è affetto da malattie cardiovascolari o da diabete, devono essere sensibilizzati, per raggiungere un livello di aderenza terapeutica analogo a quello delle malattie cardiovascolari (75-80%). In base ai numeri attuali, questo purtroppo resta un traguardo assai improbabile, visto che implicherebbe un incremento del 400%. Potrebbe essere un obiettivo realistico ottenere un aumento del 20% annuo, che resta comunque impegnativo, per l’impegno intenso e l’investimento importante.