La resilienza dei Medici di Famiglia di fronte al COVID-19 e la necessità di investire risorse su quelle che sono le prime sentinelle della salute degli italiani sul territorio spiegano perché occorra migliorare alcuni limiti cronici del ruolo dei Medici di Famiglia. Sono necessarie profonde riforme, per rilanciare la Medicina Generale. Il Presidente SIMG – Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie, Claudio Cricelli, ha presentato per punti le priorità della Medicina Generale durante la recente audizione in videoconferenza presso la Commissione Igiene e Sanità del Senato della Repubblica e nell’ambito del 37° Congresso Nazionale SIMG.
Alla base della richiesta pressante di una sostanziale rifondazione, resa drammaticamente evidente dalla pandemia da COVID-19, stanno questi punti:
- La Medicina Generale deve essere inserita nella catena di controllo del management sanitario per attribuirle il giusto peso: si occupa di tutti i problemi di salute, di tutti i cittadini, in tutte le comunità locali, per tutta la durata della vita.
- Gli ultimi decenni hanno visto una progressiva marginalizzazione della categoria, privata del necessario e costante investimento di idee, innovazione e risorse, proprio mentre le esigenze crescevano.
- L’evoluzione demografica (progressivo incremento della coorte di persone con età superiore ai 65 e 75 anni), l’evoluzione sociale (nuclei familiari sempre più composti da 1-2 persone, in particolare nelle coorti di età avanzata), l’evoluzione epidemiologica (diagnosi sempre più precoci e lunghi periodi di vita con malattia, che richiedono una forte alleanza terapeutica ed un sempre maggiore coinvolgimento delle persone nella definizione dei programmi di cura.
- Avvicendamento generazionale: non è una mera sostituzione, come talvolta viene fatto passare, ma una questione evolutiva, legata al processo di formazione dei giovani medici ed alla loro cultura
Il futuro della Medicina Generale in 5 punti: 1) lavoro in team, insieme a personale di studio e infermieristico; 2) supporti diagnostici di primo livello (ECG, holter pressorio, holter ECG, ecografia di primo livello, spirometria, test in office…); 3) sistemi informatici avanzati, dal momento che l’auditing, la stratificazione della popolazione, l’analisi dei dati clinici sono elementi fondanti della professione; 4) possibilità di operare in rete con le altre professioni: il percorso del paziente è interdisciplinare e la rete socio-assistenziale deve offrire alla popolazione un’assistenza individuale, integrata e continua; 5) formazione e ricerca devono ampliare le competenze della professione.
Le regole per accedere ai fondi del recovery fund – Con questi interventi sollecitati dalla SIMG non si tratta solo di dare nuova linfa al principale punto di riferimento sul territorio per la salute dei cittadini, ma anche di rafforzare un anello essenziale per la salute pubblica in vista della programmazione futura. Per poter accedere ai fondi UE, infatti, l’Italia, così come gli altri Stati membri, dovrà presentare alla Commissione un piano nazionale di ripresa e resilienza che spieghi come usare i fondi. Il Consiglio, su indicazione della Commissione che ha tempo due mesi, deciderà a maggioranza qualificata se approvare il piano. I piani devono tenere conto delle Raccomandazioni UE per ogni Paese, pubblicate negli ultimi anni e puntare al rafforzamento della crescita potenziale, alla creazione dei posti di lavoro ed alla capacità di reazione (resilienza) economica e sociale dello Stato. Devono contenere anche misure che facilitino la transizione verde e digitale dell’economia. I soldi saranno sborsati solo al raggiungimento di obiettivi misurabili concordati anticipatamente nel piano. Per questo, l’opinione dei Medici di Medicina Generale dovrà essere tenuta in conto, come la possibile base di una riforma dell’intero sistema.