E’ quindi la giornata che stimola ai buoni propositi che devono dettare le azioni concrete da intraprendere, riguardo a:
- Epatite A – Molto diffusa nel Sud Italia, non ancora definitivamente in declino, ha dimostrato una ridotta incidenza rispetto al 2018 e anche nella prima parte del 2020 non si è osservata recrudescenza di questa malattia, che non cronicizza mai;
- Epatite B – La campagna vaccinale è stata promossa dal nostro paese sin dal 1991, tra i primi a livello mondiale, per esercitare efficacemente un’indispensabile prevenzione. Rappresenta tuttora una minaccia per la salute pubblica perché, nelle popolazioni non vaccinate, in caso di cronicizzazione, è gravata da complicanze molto gravi (cirrosi e carcinoma epatico), ad esito infausto.
- Epatite C – Analogamente alla forma B, può cronicizzare ed esitare nelle complicanze molto gravi sopra citate, fino al decesso dei paziente. Per l’epatite C esistono nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA), che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali. Per fronteggiarla, si impongono anche nuove politiche sanitarie per identificare tra le popolazioni svantaggiate, nelle carceri, tra i tossicodipendenti, quei serbatoi del virus che a tutt’oggi stentano ad essere individuati. Si stima che in Italia ci siano circa 280mila pazienti con infezione da HCV, asintomatici, ancora da diagnosticare, pertanto anche il coinvolgimento della Medicina del Territorio è indispensabile, pensando inoltre a chi può avere altre patologie epatiche concomitanti, come la steatosi metabolica o la forma alcolica, che richiedono attenzioni particolari.
- Epatite E – Acuta, generalmente autolimitante e molto raramente soggetta a cronicizzazione, ha caratteristiche cliniche simili a quelle dell’epatite A. E’ diffusa nel mondo (in particolare in Cina, India, Messico, Pakistan, Perù, Russia e alcuni paesi dell’Africa), ma è ben presente anche in Italia, dove è segnalato un incremento dei casi che suona come un campanello d’allarme ed impone un monitoraggio attento dell’andamento nei prossimi mesi.
L’importanza di eliminare l’epatite C (HCV) – Nel documento “Winning The Race To Eliminate Hepatitis C” si leggono i dati del 2020 di Boston Consulting Group, secondo i quali l’Italia è considerata tra i paesi “Follower”, ossia “Inseguitori” per il raggiungimento dell’obiettivo eliminazione entro il 2030, ma deve ancora superare delle barriere rilevanti, per la grave battuta d’arresto durante la pandemia da COVID-19, con i trattamenti ridotti di oltre il 90%.
Grazie alla disponibilità di una terapia orale altamente efficace e sicura, molto ben tollerata, è possibile implementare modelli più semplici di assistenza, più vicini a dove si trovano effettivamente i pazienti. È importante passare da servizi specializzati in ospedali centrali ed in strutture di assistenza primaria, a centri comunitari (centri di dipendenza, di comunità, di riduzione del danno, carceri, farmacie, ecc.), garantendo un’adeguata integrazione dei servizi diagnostici, terapeutici e di prevenzione, secondo un approccio “sportello unico” e con la collaborazione dei Medici di famiglia.
Per Massimo Galli, Past-President della SIMIT, occorre ripartire presto con gli screening per l’HCV. Per questo è proposto di abbinare alla campagna vaccinale contro l’influenza, il prossimo autunno, i test salivari o pungi-dito per l’individuazione dell’HCV ed i test sierologici per la COVID-19.