Ridotte dimensioni e modularità dei componenti, la rendono ideale per chi, fino ad oggi, non ha trovato nei microinfusori tradizionali una risposta alle sue necessità o ha bisogno di gestire con flessibilità il suo diabete e la terapia insulinica senza che i sistemi interferiscano con il suo stile di vita.
Milano, 10 dicembre 2019
Sono circa lo 0,3 per cento di tutta la popolazione italiana (corrispondenti a circa 180.000 connazionali) le persone con diabete tipo 1 (Standard italiani per la cura del diabete mellito AMD-SID 2018).
Tra queste, dal 2016 al 2018 quelle che utilizzano il microinfusore sono passate dal 12,6 al 17 per cento, come certificano i dati degli Annali AMD dell’Associazione medici diabetologi presentati a fine novembre al Congresso Nazionale di Diabetologia. «Si tratta di un incremento significativo, che avvicina il nostro Paese alla media delle altre nazioni europee, in cui la terapia insulinica sottocutanea in continuo mediante microinfusore, conosciuta anche con la sigla CSII, riguarda una persona con diabete tipo 1 su 5» spiega Emanuele Bosi, Primario diabetologo dell’Ospedale San Raffaele e professore ordinario di Medicina Interna all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano.
«I vantaggi dell’impiego del microinfusore sono molteplici. Favorisce, infatti, un miglior controllo della glicemia, con minori fluttuazioni nei livelli di glucosio nel sangue, la riduzione degli episodi di ipoglicemia e, in ultima analisi, la diminuzione del rischio di sviluppare complicanze. Più limitato, per un insieme di ragioni cliniche, pratiche e organizzative, il ricorso a questo tipo di trattamento nelle persone con diabete tipo 2.»
Da oggi, per le persone che adottano il microinfusore, ma anche per tutte quelle in terapia multi-iniettiva che potrebbero beneficiarne, ma non hanno trovato negli strumenti tradizionali una risposta alle loro necessità, arriva in Italia un’importante novità: la prima micropump senza catetere di Roche Diabetes Care.
«Di ridotte dimensioni (cm. 6,3 x 3,9), la metà di un bancomat, e spessa cm. 1,4, la micropump viene applicata direttamente sulla pelle nel punto di infusione prescelto, in genere sul braccio o sull’addome, senza bisogno di alcun catetere che la colleghi all’ago-cannula – racconta Massimo Balestri, Amministratore Delegato Roche Diabetes Care Italy. È ideale per tutte le persone che vogliano gestire con flessibilità il diabete e la terapia insulinica e non gradiscono che i sistemi interferiscano con il loro stile di vita e il loro essere attivi. In altre parole, è uno strumento che consente di vivere con più libertà e serenità la propria vita».
La micropump è costituita da tre componenti: il supporto con l’agocannula che si applica sulla cute, la base del microinfusore ed il serbatoio per l’insulina che si innestano a loro volta sul supporto. Le tre componenti possono essere sostituite singolarmente e indipendentemente l’una dall’altra. Questa particolare caratteristica permette, da un lato di evitare sprechi di insulina e di materiale consumabile, rendendo la micropump senza catetere un microinfusore sostenibile, dall’altro di renderlo perfettamente adattabile allo stile di vita della persona che lo indossa, grazie alla possibilità di rimuovere la base del microinfusore in ogni momento e per ogni esigenza, senza rimuovere l’ago-cannula, oppure sostituire il serbatoio dell’insulina, quindi senza sprechi.
«Nonostante i vantaggi clinici associati alla CSII rispetto alle terapie multi-iniettive, le persone con diabete ed in particolare i più giovani, sono spesso riluttanti e scettici verso l’utilizzo dei microinfusori – afferma Francesco Costantino, Responsabile del Servizio di Diabetologia Pediatrica e Dirigente I° Livello nel Reparto di Degenza presso il Policlinico Umberto I e docente della Scuola di Specializzazione in Pediatria all’Università La Sapienza di Roma. Tra le principali ragioni addotte: la scomodità di sentire addosso qualcosa di estraneo, la scarsa discrezione data dalla visibilità del microinfusore, o il timore che il catetere si attorcigli e si impigli durante l’utilizzo, con la possibile fuoriuscita della cannula dal sito di infusione. La possibilità di avere un microinfusore di piccole dimensioni, quindi molto meno visibile, senza catetere e rimovibile rappresenta un’alternativa per superare alcuni dei limiti che i ragazzi vedono nella CSII.»
Il sistema associa alla micropump senza catetere un dispositivo per il suo controllo e gestione, una sorta di telecomando, che consente anche la misurazione della glicemia e il calcolo del bolo insulinico, non solo sulla base del valore glicemico misurato, ma anche su valori inseriti manualmente. Questa componente può essere usata anche nel caso di passaggio per brevi periodi alla terapia multi-iniettiva. Al tempo stesso, l’uso della micropump non è strettamente vincolato al dispositivo di controllo grazie alla presenza di pulsanti integrati per il bolo sulla base del microinfusore che garantisce la possibilità di erogare l’insulina nell’eventualità si dimentichi il telecomando, aumentando così la sicurezza del sistema.