Si svolge a Bergamo, dal 14 al 16 Giugno, il Congresso 2022 della Conferenza Italiana sull’AIDS e la Ricerca Antivirale (Italian conference on AIDS and Antiviral Research, ICAR), punto di riferimento per la comunità scientifica in tema di HIV-AIDS, epatiti, infezioni sessualmente trasmissibili e altre infezioni virali emergenti.
Durante il meeting sono presentati nuovi dati sulla correlazione tra SARS-CoV-2 e HIV (Human Immunodeficiency Virus, virus dell’immunodeficienza umana): se le persone HIV-positive seguono stabilmente le terapie e hanno una buona risposta immunologica, non presentano un maggiore rischio di contrarre l’infezione da COVID-19, di avere un decorso grave della malattia, o di andare incontro a decesso.
COVID E HIV, LO STUDIO ITALIANO – Uno studio italiano precedente ai vaccini ha preso in considerazione 155 casi di persone con HIV e con infezione da COVID-19, confrontati con altri 360 casi con HIV, ma indenni da COVID-19. Come riferisce Franco Maggiolo, co-Presidente del Congresso, nessuna caratteristica dell’HIV correlava col rischio di acquisire COVID-19. Le variabili che hanno favorito il contagio e la gravità dell’infezione sono state l’età più avanzata e la presenza di diabete; rispetto al rischio di decesso, le uniche due variabili correlate erano l’insieme delle co-morbidità e dei valori di cellule CD4, più bassi all’ultima misurazione. Nonostante quest’ultimo elemento possa far pensare all’immunodepressione da AIDS, non si rileva comunque un nesso tra le due infezioni. Inoltre, circa il 20% delle persone con HIV ha avuto un’infezione da SARS-CoV-2 totalmente asintomatica, quindi molte misurazioni sono anche falsate dal mancato conteggio di queste infezioni. A Bergamo sono state identificate 26 persone con HIV che hanno avuto COVID-19: un terzo era totalmente asintomatico, gli altri hanno avuto una malattia paucisintomatica, durata 3 giorni, con sintomi simil-influenzali come febbre, tosse, mialgie, faringite, raffreddore importante. Pertanto, in questo momento, nei “pazienti HIV” la quarta dose di vaccino non è fondamentale. Diverso sarà il discorso in autunno, quando un nuovo vaccino, forse un booster bivalente COVID-Omicron, sarà raccomandato per gran parte della popolazione.
I fattori di rischio più rilevanti nei casi gravi di COVID sono età avanzata e diabete, non l’infezione da HIV
Alla vigilia dell’abolizione delle ultime restrizioni relative all’emergenza sanitaria dovuta al COVID-19, restano valide alcune raccomandazioni che suggeriscono prudenza, soprattutto per i soggetti più fragili. Tra questi, però, non figurano le persone HIV positive.