L’11 febbraio u.s. è stata celebrata la XXX Giornata del malato e per quella circostanza
Don Massimo Angelelli, Direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della Conferenza Episcopale Italiana, il 16 febbraio sulla Newsletter dedicata al mondo delle malattie rare ha così iniziato il suo editoriale: “La gratitudine e la riconoscenza, il rispetto e la stima sono solo alcuni dei sentimenti che vogliamo esprimere a voi Curanti che da sempre, …omissis …, vi prendete cura dei malati e dei sofferenti.”
Purtroppo, nello stesso giorno, sul Corriere della Sera si poteva leggere “Morte di un bimbo di 4 anni, indagati medico e specializzanda”. Il piccolo paziente è deceduto per peritonite, ma al Pronto Soccorso del Policlinico di Milano: gli hanno diagnosticato una semplice “gastroenterite” prescrivendo un trattamento a base di paracetamolo.
Certamente Don Angelelli ignorava questo fatto e la citazione del suo editoriale serve solo per dare ancora più evidenza a questa grave notizia di malasanità.
Da ex-anatomopatologo ricordo un analogo caso che ho analizzato al tavolo anatomico quarantanni fa: il piccolo si chiamava Ilio. Non potrò mai dimenticare il viso stravolto dal dolore dei suoi genitori che, per confortare loro stessi, avevano portato in camera mortuaria i peluches del bimbo.
Questi due piccoli sono diventati improvvisamente angeli per la superficialità ed imperizia dei medici che hanno avuto la sfortuna di incontrare.
Anche la giovane dottoressa specializzanda, che ora è sotto inchiesta per omicidio colposo, è una vittima di questa vicenda perché, se ha un’etica e una morale, il rimorso di questa morte, come un demone tremendo, le divorerà la coscienza per tutta la vita.
Pietro Cazzola