La lotta all’epatite, un problema di salute pubblica

L’epatite C rimane un problema di salute pubblica serio ed è importante intervenire per tempo per le conseguenze, anche letali, che il virus può provocare: nel 70-80% dei casi l’epatite C si associa almeno ad una co-morbidità ed incrementa la mortalità per cause sia epatiche, sia extraepatiche. Oltre ad essere responsabile di epatite cronica, cirrosi ed epatocarcinoma, l’infezione da virus C è infatti associata a patologie extraepatiche come crioglobulinemia, diabete, arteriosclerosi, infarto, scompenso cardiaco, ictus ischemico, patologie del rene e neuro-psichiatriche. Il progresso scientifico ha fornito strumenti senza precedenti, come i nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (Direct-Acting Antivirals, DAA), che permettono di eradicare il virus in maniera definitiva, in poche settimane, con trattamenti gratuiti e senza effetti collaterali. Restano tuttavia le difficoltà aggravate dalla pandemia da COVID-19, che nel 2020 ha ridotto di oltre il 90% screening e trattamenti, che riguardano l’individuazione del “sommerso”, ossia di coloro che sono infettati dal virus senza esserne consapevoli e le garanzie di accesso al trattamento per tutti gli infettati.

Anche il conferimento del Premio Nobel per la Medicina 2020 ai tre scopritori del virus dell’epatite C (i virologi Harvey J. Alter, Michael Houghton e Charles M. Rice) indica la rilevanza globale di questa infezione.

Le iniziative in Italia – In questo contesto complicato, va sfruttata ogni opportunità per recuperare terreno, come durante la rilevazione sierologica in corso per l’infezione da Sars-Cov-2, che può essere utilizzata anche per la ricerca degli anticorpi contro l’epatite C. L’indagine sierologica avviata in Lombardia e guidata da Massimo Galli, Past President SIMIT, per esempio, ha fatto emergere decine di casi positivi.

Ogni incontro ed evento sulla salute deve essere inoltre un’opportunità per parlare di HCV (ma anche di Sars-Cov2 e HIV) tra specialisti, società scientifiche (AISF, SIMIT, SIMG, FeDer,SerD, SIMSPe, SiPaD, SiHTA, Associazione dei pazienti EpaC Onlus) ed Istituzioni (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità).

A seguito della Tavola rotonda online di oggi (“Dal Decreto attuativo sullo screening all’obiettivo finale ‘to cure’: percorso condiviso e condivisibile a livello Centrale e Regionale”), sarà disponibile un resoconto-base per un documento inter-societario indirizzato al Governo, al Parlamento ed a tutte le Regioni, per mettere in atto iniziative che realizzino, come previsto dal Decreto Milleproroghe, uno screening attivo ed efficace nelle popolazioni chiave, tra le quali tossicodipendenti e detenuti.

L’Istituto Superiore di Sanità lancia l’appello alle Regioni, per un approccio incisivo nella lotta all’epatite C, per eliminare il virus. Occorre rilanciare screening e trattamenti per non rischiare migliaia di altri morti.

Lo screening ha come obiettivo finale “la cura”, ossia l’eliminazione dell’infezione che si realizza attraverso un immediato linkage-to-care. Il raggiungimento dell’eliminazione dell’epatite C avrà effetti importanti sulla morbilità e mortalità per malattie del fegato, sulla salute in generale, sulla spesa sanitaria e sulla richiesta di trapianto di fegato.

L’impegno delle Istituzioni – I dati dei pazienti trattati con i nuovi farmaci DAA per Epatite C sono oltre 215mila: numeri importanti, ma non ancora sufficienti per arrivare all’eliminazione del virus dal nostro Paese. “Avevamo accumulato un vantaggio importante, ma durante l’ultimo anno la pandemia ha bloccato per mesi screening e trattamenti, mettendo un freno preoccupante – evidenzia il Viceministro della Salute Pierpaolo SileriResta poi l’impellenza di individuare il sommerso, circa 300mila persone, per cui serve un impegno notevole. Sono state già avviate numerose iniziative per diffondere gli screening sul territorio, ma queste attività dovranno moltiplicarsi ulteriormente. Per quanto riguarda il Decreto attuativo che dovrà rendere disponibili i 71,5 milioni di euro stanziati con l’emendamento di febbraio al Decreto Milleproroghe per gli screening, il Ministero della Salute, ha stabilito l’istituzione di un tavolo di lavoro per definire un decreto interministeriale che identifichi norme, criteri e modalità per l’attuazione degli screening. Non è adesso più prorogabile perché è necessario dare una risposta alla lotta contro l’Epatite C”.

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