Il vaccino anti-influenzale anticiperà quello contro il COVID-19 sin dall’autunno.
Gli Specialisti si alleano. Infettivologi (SIMIT), Medici di Famiglia (SIMG) e Specialisti in Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) si preparano sulle contromisure più adeguate, in vista di una eventuale recrudescenza dell’epidemia da COVID, già prima dell’autunno.
Bisogna concentrarsi sui due aspetti essenziali della questione COVID-19 nel momento attuale. Il primo è la prevenzione primaria, con particolare attenzione alle categorie più fragili (anziani affetti da pluripatologie e non autosufficienti) ed a quelle a maggior rischio di diffusione dell’epidemia (giovani e giovanissimi in età scolare e pre-scolare). In questo senso sarà fondamentale proseguire nell’opera di educazione civica e sanitaria, che ha assicurato buoni risultati in questa fase di controllo dell’epidemia. Il secondo aspetto è proseguire nella ricerca in campo clinico e farmacologico, concentrando gli sforzi sulla combinazione ed il sequenziamento di terapie che singolarmente hanno dato in alcuni casi segnali molto favorevoli, ma senza riuscire ad ottenere la completa guarigione di tutti i pazienti in tutte le fasi della malattia.
I Medici di Medicina Generale, prime sentinelle della salute del cittadino, tra attività quotidiane e doppi vaccini – Claudio Cricelli, Presidente SIMG, spiega l’organizzazione dell’intero sistema: sorveglianza dei casi attivi, attenzione verso i pazienti cronici, “Next COVID” (per essere pronti ad affrontare, da ogni punto di vista, una nuova ondata). Un altro aspetto fondamentale che riguarda i prossimi mesi sono i vaccini, anti-influenzale ed anti-COVID. Saranno erogabili sfasati, dal punto di vista temporale: il primo a partire da metà settembre, il secondo, attualmente nella fase 3 di sperimentazione, sarà disponibile a inizio 2021.
La rete di strutture di Malattie Infettive sarà almeno altrettanto importante nel prevenire e gestire eventuali ulteriori riaccensioni epidemiche – Marcello Tavio, Presidente SIMIT, riconosce quanto sarà importante prevenire e gestire eventuali ulteriori riaccensioni epidemiche, anche grazie alla solida collaborazione con i MMG e gli “Intensivisti”.
Le Unità di Terapia Intensiva, in virtù della resilienza della disciplina, sono state messe a dura prova nel fronteggiare la pandemia, soprattutto nelle Regioni del Nord, grazie a tutti i sanitari, specialisti ed in formazione (scuole di Anestesia, Rianimazione, Terapia Intensiva e del Dolore) e grazie a tutti gli infermieri. Tutto questo è avvenuto ad un costo elevatissimo, come spiega Flavia Petrini, Presidente SIAARTI. Nelle fasi più critiche, i limiti sono stati l’insufficienza di specialisti, la distribuzione delle risorse tecnologiche e degli spazi appropriati ad allestire posti letto di cure ad elevata intensità cronicamente carenti e la carenza di DPI, farmaci ed attrezzature.
Se è stato possibile dimostrare al mondo intero una grande capacità di riorganizzazione, è tuttavia tempo di dare ascolto alla richiesta fatta già nell’inverno 2019 al Ministero della Salute, di una revisione della rete delle Terapie Intensive. La sfida posta dalla pandemia ha messo allo scoperto alcune fragilità del SSN, errori accumulati negli anni, che adesso devono essere affrontati.