L’Italia, tra i Paesi in prima linea nella ricerca sulla terapia cellulare “di seconda generazione”, sta sviluppando forti sinergie per mettere a disposizione dei malati affetti da neoplasie i trattamenti più innovativi. La CAR-T, basata sui recettori chimerici di antigene, è oggetto di ricerca continua, sostenuta dalle Istituzioni, dagli Enti di ricerca, dalle Associazioni di volontariato in oncologia e dall’industria privata del farmaco.
Daniel Della Seta
Giornalista, Diessecom 2020.
La terapia CAR-T si basa sull’”ingegnerizzazione” dei linfociti T del sistema immunitario del paziente, che vengono “potenziati” per combattere il tumore. E’ utilizzato un vettore virale contenente un gene, che fa esprimere sulla superficie delle cellule T il recettore dell’antigene chimerico (Chimeric Antigens Receptor Cells, CAR). Questo recettore è progettato in modo tale da riconoscere un target espresso dai tumori, “guidando”, in questo modo, le cellule T potenziate verso quelle tumorali specifiche, una volta infuse nuovamente nel paziente.
Le cellule CAR-T possono quindi legarsi al tumore e distruggerlo. In alcuni pazienti tuttavia l’attacco del sistema immunitario potenziato non è del tutto efficace nell’eliminare le cellule tumorali. La ricerca continua…