“A New Era in Diabetes Care”

È stato presentato il 4 Giugno 2020 il Rapporto dello European Steering Committee sulla consapevolezza della malattia diabetica e sull’importanza di uno screening precoce per prevenire lo sviluppo di gravi complicanze renali e cardiovascolari.

L’European Steering Committee, presieduto da David Wheeler (professore di Nefrologia e consulente onorario presso il Royal Free NHS Foundation Trust, alla University College di Londra), ha convenuto che lo screening annuale per le malattie renali croniche dovrebbe continuare a svolgersi per proteggere le persone con diabete, seguendo le Linee Guida di riferimento e, quando è necessario, ricorrendo alla telemedicina.

Il Report esplora cinque aree principali nell’ambito della gestione di diabete mellito di tipo 2 (T2DM), delle malattie renali croniche (Chronic Kidney Disease, CKD) e delle malattie cardiovascolari (Cardiovascular Disease, CVD): 1) formazione del personale sanitario e dei pazienti sulle CKD e sui relativi segni clinici; 2) analisi ed interpretazione degli indicatori clinici di CKD; 3) maggiore comprensione del modello di gestione clinica tra gli operatori sanitari; 4) condivisione di processi decisionali, per creare un piano di assistenza adeguato per i pazienti con T2DM; 5) regolare monitoraggio e revisione degli indicatori dei risultati del trattamento.

In Europa, vivono attualmente con il diabete circa 53 milioni di persone che, secondo le stime, entro il 2045 dovrebbero aumentare a 67 milioni. Se non curati, i pazienti corrono un rischio maggiore di sviluppare gravi complicanze renali (fino al 40% dei casi) e cardiovascolari (quasi un terzo dei casi), che rappresentano le due più comuni cause di morte per i pazienti con T2DM.

Nonostante questi numeri, una Survey condotta da Mundipharma su 9.143 adulti in otto paesi in Europa, ha rilevato diverse lacune nella consapevolezza del T2DM e delle sue complicanze sistemiche come CKD e CVD.

Il 42% degli intervistati (3.840) non era a conoscenza dell’esistenza di due tipi principali di diabete (tipo I e tipo 2) ed il 94% (8.594) non era a conoscenza del fatto che 9 persone su 10 soffrono di diabete mellito di tipo 2.

Alla domanda sulle complicanze più gravi, solo un terzo (32%, n = 2.926) degli intervistati ha risposto malattie renali croniche e meno della metà (46%, n = 4.206) ha risposto malattie vascolari, nonostante entrambe siano due delle principali cause di morte in questi pazienti. Inoltre, degli intervistati, solo il 7% (n = 640) è consapevole del fatto che la malattia renale cronica in fase iniziale sia asintomatica, per questo è vitale effettuare di routine uno screening per diagnosticarla prima che progredisca. Per quanto riguarda il trattamento della malattia renale, il 43% (n = 3.931) degli intervistati non era a conoscenza del fatto che, sebbene incurabile, il peggioramento della malattia possa essere controllato con un trattamento adeguato e gestendo la pressione sanguigna e la glicemia.

I risultati del Report, insieme a quelli della Survey evidenziano che, in generale, la salute dei reni non è una priorità quando si tratta di diabete mellito di tipo 2 , pertanto, come afferma Vinicius Gomes de Lima, European Medical Affairs Lead (Mundibiopharma Limited),  agli operatori sanitari è offerto un piano di assistenza strutturato per la prevenzione, il monitoraggio ed il trattamento della malattia renale cronica nel diabete di tipo 2.

Riguardo a quest’ultimo aspetto, il CHMP (Committee for Medicinal Products for Human Use) dell’EMA (Agenzia Europea per i Medicinali) ha dato parere positivo per aggiornare le indicazioni di Invokana® (Canagliflozin): un risultato ottenuto grazie ai risultati dello Studio Credence 4 (Canagliflozin and Renal Events in Diabetes with Established Nephropathy Clinical Evaluation): riduzione del 30%, rispetto al placebo, del rischio dell’endpoint composito primario (malattia renale in fase terminale, raddoppio della creatinina sierica e morte per cause renali o cardiovascolari) in pazienti con diabete di tipo 2 e malattia renale cronica con macroalbuminuria.


Fonte:
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30990260/ (Perkovic V, et al. N. Engl. J. Med. 2019 Jun 13;380(24):2295-2306).

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