Le mille e una influenze

Milano, Sala Stampa Nazionale, Ministero dello Sviluppo Economico

Prof. Fabrizio Pregliasco, Virologo, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. Direttore Sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi

Ne parla il Prof. Fabrizio Pregliasco, Virologo, Ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano. Direttore Sanitario I.R.C.C.S. Istituto Ortopedico Galeazzi

Quale influenza ci aspettiamo, quest’anno?

Per capire quale influenza aspettare nell’inverno 2019 guardiamo come sempre all’altro emisfero, che rappresenta un’anticipazione di quello che succederà da noi. Ad oggi la stagione influenzale in Australia non sembra essere pesantissima, con un numero di casi leggermente sotto la media. Tuttavia, laggiù, il periodo a rischio non è finito e le cose potrebbero ancora cambiare.

Sono attesi nuovi virus, nel prossimo inverno?

I virus influenzali di quest’anno saranno più ‘insidiosi’. “Si sono diffuse due nuove varianti dei virus H3N2 e H1N1, con una maggiore capacità diffusiva e gravati da un più alto rischio di complicanze (soprattutto l’H1N1 nei bambini piccoli e l’H3N2 nei soggetti anziani e fragili). Oltre a questi, saranno presenti anche i virus B/Colorado e A/Kansas che sono varianti già conosciute dalle precedenti stagioni”.

Quante persone verranno colpite?

Ci aspettiamo circa 6 milioni di casi di ‘vera’ influenza, ai quali si aggiungeranno 8 milioni di persone colpite da altri virus simil-influenzali.

Come distinguere la “vera influenza” dalle altre sindromi da raffreddamento o da virus para-influenzali?

Oltre ai virus influenzali veri e propri, esistono oltre 262 tipi di virus simil-influenzali, responsabili di una sintomatologia meno grave. Queste infezioni vengono trattate come quelle da virus influenzali, ovvero con farmaci di automedicazione e, nel caso in cui dopo tre giorni la situazione non migliori, con una visita dal medico di base.

L’influenza, come è noto, si distingue da tutte le altre forme parainfluenzali per la presenza contemporanea di:

  1. Febbre oltre 38° ad insorgenza brusca
  2. Almeno un sintomo sistemico (dolori muscolari/articolari)
  3. Un sintomo respiratorio (tosse, naso che cola, congestione/secrezione nasale, mal di gola).

Nonostante alcune eccezioni in bambini ed anziani, se la triplice sintomatologia sopra riassunta è incompleta, si tratta non di vera influenza, ma di forme parainfluenzali (infezioni respiratorie acute, come il raffreddore, ma anche forme sostenute da virus gastrointestinali), che possono essere di minore intensità.

In ogni caso, l’obiettivo dei farmaci di automedicazione è quello di attenuare i sintomi e tenerli sotto controllo, senza azzerarli, per seguire l’andamento della malattia e per non subire quegli effetti collaterali che sono più evidenti, se si va oltre le quantità previste nella posologia del foglietto illustrativo.

Quanto è importante vaccinarsi contro l’influenza? Ci sono categorie per cui è necessario?

La vaccinazione è un’opportunità per tutti, ma ha una impellenza sempre più alta al crescere della fragilità del soggetto (anziani, pazienti con patologie cardiache e respiratorie e con malattie tumorali…). A tutti i soggetti a rischio, come è noto, il Servizio Sanitario Nazionale offre la vaccinazione gratuita. Anche per le donne in gravidanza, le nuove circolari suggeriscono la vaccinazione a qualsiasi mese.

Quale vaccino?

Quest’anno il vaccino sarà prevalentemente quadrivalente, per allargare il più possibile l’ombrello protettivo e conterrà:

  1. antigene analogo al ceppo A/Brisbane/02/2018 (H1Nl) pdm09;
  2. antigene analogo al ceppo A/Kansas/14/2017 (H3N2);
  3. antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87)
  4. antigene analogo al ceppo B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata/16/88)

Nel caso dei vaccini trivalenti, l’OMS raccomanda, per il virus dell’influenza B, l’inserimento dell’antigene analogo al ceppo B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria/2/87).

Naturalmente, la vaccinazione non garantisce la protezione totale dai virus dell’influenza, ma ne riduce notevolmente la probabilità di contagio o di un contagio pesante.

Il successo del vaccino contro l’influenza va misurato in ottica salvavita: l’obiettivo principale è dare copertura ai soggetti fragili e ridurne la mortalità associata.

In sintesi, come rafforzare il sistema immunitario?

A parte il discorso che riguarda la vaccinazione, occorre garantire un’igiene personale (lavarsi spesso le mani), una sana alimentazione e corretti stili di vita, evitare gli sbalzi di temperatura, assumere probiotici per l’aumento delle difese immunitarie, per mantenere una flora intestinale sana e fare in modo che il sistema immunitario si “concentri” nel combattere le infezioni delle vie respiratorie ed i virus dell’influenza. In caso contrario, il sistema immunitario deve ‘dividersi’ su più fronti, riducendo la sua efficacia contro i virus.

Qual’è l’identikit dell’“influenzato” perfetto?

Si possono mettere in atto numerose buone azioni, in caso di influenza, che definiscono un “codice” di comportamento ideale, per i pazienti con influenza.

Quali sono i luoghi più comuni che sopravvivono, tuttora, sull’influenza?

Qual è la tendenza attuale, sull’influenza?

Negli ultimi tempi si tende alla disaffezione verso la vaccinazione, con sottovalutazione della malattia. Si sottostimano i rischi dell’influenza che, se mal gestita, può invece creare complicanze e persino decessi nei pazienti a rischio. È importante invece trattarla correttamente a tutte le età e proteggersi sempre di più man mano che si invecchia.  In merito ai vaccini, la collaborazione con i Medici di Medicina Generale è molto importante: se sono coinvolti attivamente, i numeri dei pazienti più protetti aumentano. Parlando di percentuali, nei soggetti a rischio, come gli anziani, il trend è in crescita (52% gli anziani vaccinati). Se si considera invece tutta la popolazione, i vaccinati contro l’influenza sono circa il 14%.

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